Verso il Partito Democratico

14 dicembre 2006

Ma cosè DemLab?!

Beh, a Luciano la parola. Breve resoconto di che ci siamo detti e si è deciso l'altra sera:

DemLab: Laboratorio veneto per la cultura politica democratica

Che cos’è DemLab?

1. Il Laboratorio veneto per la cultura politica democratica è un raggruppamento informale dei partiti e delle associazioni variamente impegnate nella costruzione del nuovo “Partito democratico” sul territorio di Padova, con la prospettiva di ampliare l’esperienza in Veneto e nel Nord-est.

2. DemLab intende contribuire all’elaborazione e al consolidamento della “cultura politica democratica”, declinata secondo la sensibilità del territorio Veneto e del Nord-est: una visione generalmente condivisa della società, della cultura, dell’economia e della politica che nasca dall’innesto, sulla grande eredità culturale dei partiti dell’Ulivo, degli elementi di innovazione sociale e culturale presenti nei settori della società che identificano il popolo democratico.

Attività

3. Per il raggiungimento di questo ambiziosissimo obiettivo, l'attività del Laboratorio non è sostitutiva ma aggiuntiva rispetto alle iniziative già intraprese dai singoli soggetti aderenti, che attualmente sono essenzialmente riconducibili a

a. riflessione individuale e collettiva (eventualmente, mediante forum online);

b. divulgazione mediante incontri e seminari.

Queste attività, importanti per favorire il consolidamento nel tempo della cultura democratica tra attivisti e militanti dei partiti e delle associazioni interessate al processo di unificazione, presentano due limiti: se focalizzate solo sui temi “all’ordine del giorno” tendono ad evidenziare divisioni e diffidenze che stentano a condurre a successivi, per quanto indispensabili, momenti di sintesi culturale e politica.

Il secondo limite è che le attività tradizionali raramente sono un momento di coinvolgimento al di là dell’ambito degli attivisti e militanti. Partendo dalla considerazione che componenti importanti della nuova cultura politica democratica si sono costituite nel sentire comune della parte della società che, ormai da più di un decennio, accompagna con entusiasmo (quando può) l'avanzamento del processo di costruzione del Partito democratico, è necessario dotarsi anche di strumenti che consentano di “leggere” in questo blocco sociale di riferimento gli elementi comuni, in modo da rielaborarli e sistematizzarli, fornire risposte e verificare la coerenza dell'impostazione politica, tornando sul terreno con nuove e più adeguate proposte.

4. La “questione settentrionale” pone un ulteriore ambizioso ma ineludibile obiettivo al processo di costruzione della cultura democratica nel Veneto e nel Nord-est: utilizzare gli strumenti di lettura e rielaborazione dei fermenti culturali presenti nella società per consolidare ed estendere il blocco sociale di riferimento, instaurando un dialogo che oggi è, in molte aree territoriali e in molti settori sociali, assolutamente carente se non inesistente. In altri termini, la battaglia culturale del nuovo Partito democratico nel Nord-est deve servire ad analizzare e risolvere l’incapacità di dialogare e, quindi, porre le premesse per ottenere il consenso di coloro che, per identità culturale, sociale e economica, “dovrebbero” riconoscersi nel blocco sociale di riferimento del Partito democratico. Solo su queste basi, si potrà coerentemente estendere l’influenza della cultura democratica anche in aree sociali che sono “necessariamente più lontane”.

5. Questa battaglia culturale parte dall’identificazione di alcuni temi chiave attorno ai quali costruire, anche valorizzando elementi della tradizione progressista e popolare, il nuovo dialogo con la società (per esempio: la centralità del lavoro come valore sociale fondamentale, la tutela e la riforma della democrazia, ecc.) ma si basa anche sull’innovazione degli strumenti che consentano di potenziare la capacità della cultura democratica di influenzare e rappresentare la società.

In quest’ottica, gli strumenti, le iniziative culturali, del DemLab devono servire ad identificare, rielaborare, sistematizzare e divulgare gli elementi della nuova cultura politica democratica restituendo al Partito la funzione originaria di strumento di progresso mediante la ricerca sociale e l’attuazione di politiche coerenti con una visione della società. Due formati culturali dai quali comincerà l’attività del Laboratorio sono: il caffé politico e l’officina democratica. Questi ed altri formati culturali verranno testati sul campo al fine di costruire una “filiera” di iniziative culturali che dovrà condurre a dei prodotti in formato cartaceo, audio-video ed elettronico che formeranno la base documentale di elaborazione e consolidamento della cultura politica democratica.

6. Il Caffé politico è un incontro di due ore organizzato attorno al dibattito tra due intellettuali su un tema che il DemLab intende approfondire per elaborare nuove idee in merito a problemi sui quali le soluzioni, nell'ambito della cultura politica democratica, non sono ancora ben definite (per esempio, la riforma della democrazia, la questione settentrionale, ecc.). Per questa ragione, gli intellettuali invitati dovrebbero avere posizioni notoriamente diverse tra di loro. La struttura di questo formato culturale è, grosso modo, la seguente: un esponente del Laboratorio o un giornalista modera il dibattito che si organizza in due interventi di mezz'ora o venti minuti degli invitati, quindi in un dibattito con il pubblico di mezz'ora o quaranta minuti e nelle conclusioni dei due invitati e del moderatore.

7. In analogia con le iniziative della Fabbrica del Programma nel corso del 2005, l’Officina democratica è un incontro di due ore, organizzato attorno agli interventi di persone selezionate nella società locale, che il Laboratorio svolge su temi per i quali le idee sono già abbastanza chiare, ma è necessario identificare la linea d'azione sociale (per esempio, le liberalizzazioni, la legalità fiscale, l’efficienza della pubblica amministrazione, ecc.). La struttura generale dell’officina democratica è la seguente: introduzione di dieci o quindici minuti di un esponente del Laboratorio, finalizzata a definire il tema in oggetto e l'approccio del Partito democratico, seguono dieci interventi di cinque minuti l'uno sul tema da parte di soggetti tendenzialmente rappresentativi della società locale, preventivamente invitati e informati del tema; conclude (sintetizzando e rispondendo agli interventi), in venti minuti o mezz’ora, un rappresentante politico del Partito democratico.

Organizzazione

8. L'organizzazione informale si basa, almeno inizialmente, su un gruppo di “coordinamento” in cui sono rappresentate tutti i soggetti aderenti, che risolve i problemi organizzativi posti dall’attività del Laboratorio e svolge le funzioni di comitato editoriale, scientifico e tecnico che progetta e segue lo sviluppo delle iniziative culturali del Laboratorio e delle attività di analisi e sintesi che queste iniziative comporteranno.

9. Valorizzando l’esperienza già in essere, l’attività del Laboratorio (che idealmente dovrebbe coinvolgere diverse unità di base dei partiti e associazioni sparsi sul territorio) si baserà su un sito internet ed un blog (eventualmente su un forum) come strumento tipico di interazione.

1 Comments:

  • MEMORANDUM (versione del 16 dicembre 2006)
    DemLab: Laboratorio veneto per la cultura politica democratica

    Che cos’è DemLab?
    1. Il Laboratorio veneto per la cultura politica democratica è un raggruppamento informale dei partiti e delle associazioni variamente impegnate nella costruzione del nuovo “Partito democratico” sul territorio di Padova, con la prospettiva di ampliare l’esperienza in Veneto e nel Nord-est.
    2. DemLab intende contribuire all’elaborazione e al consolidamento della “cultura politica democratica”, declinata secondo la sensibilità del territorio Veneto e del Nord-est: una visione generalmente condivisa della società, della cultura, dell’economia e della politica che nasca dall’innesto, sulla grande eredità culturale dei partiti dell’Ulivo, degli elementi di innovazione sociale e culturale presenti nei settori della società che identificano il popolo democratico.

    Attività
    3. Per il raggiungimento di questo ambiziosissimo obiettivo, l'attività del Laboratorio non è sostitutiva ma aggiuntiva rispetto alle iniziative già intraprese dai singoli soggetti aderenti, che attualmente sono essenzialmente riconducibili a
    a. riflessione individuale e collettiva (eventualmente, mediante forum online);
    b. divulgazione mediante incontri e seminari.
    Queste attività, importanti per favorire il consolidamento nel tempo della cultura democratica tra attivisti e militanti dei partiti e delle associazioni interessate al processo di unificazione, presentano due limiti: se focalizzate solo sui temi “all’ordine del giorno” tendono ad evidenziare divisioni e diffidenze che stentano a condurre a successivi, per quanto indispensabili, momenti di sintesi culturale e politica.
    Il secondo limite è che le attività tradizionali raramente sono un momento di coinvolgimento al di là dell’ambito degli attivisti e militanti. Partendo dalla considerazione che componenti importanti della nuova cultura politica democratica si sono costituite nel sentire comune della parte della società che, ormai da più di un decennio, accompagna con entusiasmo (quando può) l'avanzamento del processo di costruzione del Partito democratico, è necessario dotarsi anche di strumenti che consentano di “leggere” in questo blocco sociale di riferimento gli elementi comuni, in modo da rielaborarli e sistematizzarli, fornire risposte e verificare la coerenza dell'impostazione politica, tornando sul terreno con nuove e più adeguate proposte.
    4. La “questione settentrionale” pone un ulteriore ambizioso ma ineludibile obiettivo al processo di costruzione della cultura democratica nel Veneto e nel Nord-est: utilizzare gli strumenti di lettura e rielaborazione dei fermenti culturali presenti nella società per consolidare ed estendere il blocco sociale di riferimento, instaurando un dialogo che oggi è, in molte aree territoriali e in molti settori sociali, assolutamente carente se non inesistente. In altri termini, la battaglia culturale del nuovo Partito democratico nel Nord-est deve servire ad analizzare e risolvere l’incapacità di dialogare e, quindi, porre le premesse per ottenere il consenso di coloro che, per identità culturale, sociale e economica, “dovrebbero” riconoscersi nel blocco sociale di riferimento del Partito democratico. Solo su queste basi, si potrà coerentemente estendere l’influenza della cultura democratica anche in aree sociali che sono “necessariamente più lontane”.
    5. Questa battaglia culturale parte dall’identificazione di alcuni temi chiave attorno ai quali costruire, anche valorizzando elementi della tradizione progressista e popolare, il nuovo dialogo con la società (per esempio: la centralità del lavoro come valore sociale fondamentale, la tutela e la riforma della democrazia, ecc.) ma si basa anche sull’innovazione degli strumenti che consentano di potenziare la capacità della cultura democratica di influenzare e rappresentare la società.
    In quest’ottica, gli strumenti, le iniziative culturali, del DemLab devono servire ad identificare, rielaborare, sistematizzare e divulgare gli elementi della nuova cultura politica democratica restituendo al Partito la funzione originaria di strumento di progresso mediante la ricerca sociale e l’attuazione di politiche coerenti con una visione della società.
    Per queste ragioni, le iniziative culturali dovranno essere, per quanto possibile, standardizzate attraverso “formati culturali”, che hanno lo scopo di aprire nuovi (o innovare vecchi) canali di comunicazione tra politica e società. Pertanto, particolare cura dovrà essere dedicata alla preparazione e alla valutazione dell’efficacia di ciascuna iniziativa: con un impegno maggiore da parte degli organizzatori rispetto ai formati tradizionali, con momenti di analisi e verifica che consentiranno di adeguare i formati alla risposta del contesto in cui saranno sperimentati.
    Questo sforzo aggiuntivo permetterà, da una parte, di acquisire maggiore consapevolezza circa le caratteristiche del medium sociale veneto e, dall’altra, di adeguare il formato in modo dinamico. In definitiva, il successo del singolo formato sarà connesso non solo all’efficacia (riconosciuta dal mondo politico locale) come uno strumento di divulgazione verso l’elettorato e la cittadinanza, ma anche all’efficacia come strumento di conoscenza sociale. In questi termini, la progettazione e verifica di nuovi formati costituisce un contributo all’individuazione di innovative forme di partecipazione alla vita politica.
    6. Due formati culturali dai quali comincerà l’attività del Laboratorio sono: il caffé politico e l’officina democratica. Questi ed altri formati culturali verranno testati sul campo al fine di costruire una “filiera” di iniziative culturali che dovrà condurre a dei prodotti in formato cartaceo, audio-video ed elettronico che formeranno la base documentale di elaborazione e consolidamento della cultura politica democratica.
    L’attività culturale passerà anche per il coordinamento (e se necessario il rinnovamento) di alcune attività tradizionali. In particolare, occorre ripensare i banchetti come punti informativi sulle attività politiche della zona, sui centri di riferimento del Partito democratico, dell’Unione e delle Associazioni, per stimolare il desiderio di partecipazione laddove esiste e per contrastare l’idea che la politica sia decisa in “un mondo parallelo”. Inoltre, è necessario definire ed attuare un’azione coerente di comunicazione attraverso i media locali, aggiornando tempestivamente (e, ove opportuno, con perseveranza) i mezzi di comunicazione circa le iniziative di DemLab (a partire da quelli più affini, per esempio, Radio Cooperativa) e rafforzando gli elementi esistenti per un rapporto favorevole con la stampa.
    7. Il Caffé politico è un incontro di due ore organizzato attorno al dibattito tra due intellettuali su un tema che il DemLab intende approfondire per elaborare nuove idee in merito a problemi sui quali le soluzioni, nell'ambito della cultura politica democratica, non sono ancora ben definite (per esempio, la riforma della democrazia, la questione settentrionale, ecc.). Per questa ragione, gli intellettuali invitati dovrebbero avere posizioni notoriamente diverse tra di loro. La struttura di questo formato culturale è, grosso modo, la seguente: un esponente del Laboratorio o un giornalista modera il dibattito che si organizza in due interventi di mezz'ora o venti minuti degli invitati, quindi in un dibattito con il pubblico di mezz'ora o quaranta minuti e nelle conclusioni dei due invitati e del moderatore.
    8. In analogia con le iniziative della Fabbrica del Programma nel corso del 2005, l’Officina democratica è un incontro di due ore, organizzato attorno agli interventi di persone selezionate nella società locale, che il Laboratorio svolge su temi per i quali le idee sono già abbastanza chiare, ma è necessario identificare la linea d'azione sociale (per esempio, le liberalizzazioni, la legalità fiscale, l’efficienza della pubblica amministrazione, ecc.). La struttura generale dell’officina democratica è la seguente: introduzione di dieci o quindici minuti di un esponente del Laboratorio, finalizzata a definire il tema in oggetto e l'approccio del Partito democratico, seguono dieci interventi di cinque minuti l'uno sul tema da parte di soggetti tendenzialmente rappresentativi della società locale, preventivamente invitati e informati del tema; conclude (sintetizzando e rispondendo agli interventi), in venti minuti o mezz’ora, un rappresentante politico del Partito democratico.
    Cruciale, per il buon funzionamento dell’Officina, è l’identificazione – attraverso le organizzazioni dei partiti e delle associazioni nelle diverse realtà locali – di persone di riferimento rappresentative del tessuto sociale locale, indipendentemente dalla loro effettiva funzione in istituzioni e organizzazioni e posizione politica.

    Organizzazione
    9. L'organizzazione informale si basa, almeno inizialmente, su un gruppo di “coordinamento” in cui sono rappresentate tutti i soggetti aderenti, che risolve i problemi organizzativi posti dall’attività del Laboratorio e svolge le funzioni di comitato editoriale, scientifico e tecnico che progetta e segue lo sviluppo delle iniziative culturali del Laboratorio e delle attività di analisi e sintesi che queste iniziative comporteranno.
    10. Valorizzando l’esperienza già in essere, l’attività del Laboratorio (che idealmente dovrebbe coinvolgere diverse unità di base dei partiti e associazioni sparsi sul territorio) si baserà su un sito internet ed un blog (eventualmente su un forum) come strumento tipico di interazione.

    By Blogger Luciano Greco, at 7:50 PM  

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